Altopiano delle Mesules
Sass de Roi - Monte Padon
Cima Ombrettola
Ciampedie
Cima di Canzenagol
Sas de Père da Fech
Pian de Schiavaneis
Pizzancae
Ferrata "Sieff" alla Punta Polse
Alta Via "Federspiel" (gruppo dei Monzoni)
Ferrata "Gadotti" (gruppo della Vallaccia)
Baita Gardoné
Labirinto del Latemar
Monte Mulat
Ponsin - Dociuril
Lagusel - Monte Pecol

Sulla Punta Alochet
Alta Via dei Monzoni "Bruno Federspiel"

Un'ora con Cristian Zorzi

A buon diritto posso dire di archiviare l'estate dolomitica 2004 con diversi record, in positivo e in negativo. Partendo dai primi, ho stabilito il mio primato personale quanto a gite complessive (16) e vette raggiunte (ben 29, se non ho sbagliato il conto). Ha agevolato tutto ciò un periodo di soggiorno a Moena più lungo rispetto agli scorsi anni, caratterizzato fra l'altro da condizioni meteorologiche generalmente buone: se è vero che le giornate del tutto prive di nubi all'orizzonte sono state poche, è altrettanto vero che i fenomeni di maltempo persistente sono rimasti piuttosto circoscritti. Le temperature si sono mantenute costantemente basse o molto basse, e rispetto al torrido 2003 questo mi ha senz'altro avvantaggiato, perché io non gradisco il caldo quando mi muovo. Ho poi preso una confidenza ancora maggiore con le difficoltà tecniche, pur non travalicando i limiti  dell'"escursionismo evoluto": nei resoconti troverete infatti diverse vie attrezzate o sentieri abbastanza impervi, quasi sempre percorsi in quella solitudine più totale che io amo ricercare con dolce ossessione, come se si trattasse di un prezioso antidoto al frastuono fisico e mentale della città. Non mi sento di eleggere una "gita-clou" in assoluto, perché più o meno tutte mi sono rimaste nel cuore; certo è che in alcune alte vie ho profuso necessariamente un impegno maggiore: alludo ad esempio alle traversate delle Mesules, dei Monzoni e della Vallaccia. Parlando ora di record in negativo, è purtroppo tale quello degli infortuni patiti. Il primo, proprio nell'uscita inaugurale, non ha avuto grosse conseguenze se si eccettuano le escoriazioni più o meno profonde a un braccio; ben più grave il secondo: una rovinosa caduta in mountain-bike, scendendo dalla Baita Gardoné, ha comportato la lussazione di un gomito, il trasporto in ambulanza in ospedale e 17 giorni di ingessatura. Ma anche qui non mi sono perso d'animo, e nonostante il braccio immobilizzato al collo ho fatto ben altre quattro gite in solitaria! Circa le foto, quest'anno ne troverete davvero tante perché ne ho scattate in gran numero e mi dispiaceva operare una cernita troppo feroce. Ho ceduto alle lusinghe della modernità e sono passato al digitale: tanto per la cronaca, possiedo ora la compattissima Hewlett-Packard Photosmart 433 da 3.1 Megapixel. I motivi che mi hanno indotto ad abbandonare la vecchia e gloriosa Contessa della Zeiss sono intuibili: il nuovo apparecchio ha un ingombro e un peso ridotti, si possono scattare foto con una mano sola e dunque anche in parete, ma soprattutto è per me impagabile il rivedere immediatamente l'immagine immortalata e decidere di conseguenza se tenerla o eliminarla, catturandone subito un'altra. Poi è meno macchinosa la pubblicazione sul web, in quanto viene saltato il passaggio intermedio della scannerizzazione; dulcis in fundo si possono girare anche brevi videoclip, che per ragioni di spazio non troverete sul sito, ma che potete tranquillamente richiedermi via e-mail (specificandomi, magari, se preferite il classico formato *.mpg o quello compresso *.avi). Come... "racconto bonus" dell'estate, c'è infine la cronaca dell'incontro col campione di sci di fondo - e mio lontano parente - Cristian Zorzi. Nella speranza che possiate trovare gradevoli i nuovi resoconti fotografici, non mi resta che augurarvi buona lettura!

Francesco Fabbri - dicembre 2004

[DOLOMITI]