XVII: Passo Costalunga - Rifugio Roda di Vael - Cima Ciampaz -
Rifugio Paolina - Passo Costalunga
(a piedi)

Durante la settimana di Ferragosto ho una gradita visita: quella degli amici Daniele di Pistoia e Serena di Prato, che hanno preso in affitto un appartamento a Moena per trascorrere qualche giorno di relax. Finalmente anch'io posso concedermi... una vacanza, staccando per un po' dalle gite più impegnative dal punto di vista fisico e mentale. Daniele e la Serena non conoscono le Dolomiti di Fassa e di Fiemme, quindi ritengo imprescindibile accompagnarli subito nel gruppo del Catinaccio per questa facile ma appagante escursione. E' mezzogiorno meno un quarto e, lasciata la macchina al Passo Costalunga, ci incamminiamo lungo il sentiero 548. Per ora il tempo è discreto e abbastanza soleggiato; il procedere in salita fra i verdi pascoli è dunque piacevole, e man mano che guadagnamo quota la vista si apre sempre più sulle vicine vette del sottogruppo di Vael, ai cui piedi siamo diretti. E' questo un itinerario che non facevo da una quindicina d'anni: ripercorrerlo suscita in me un misto di antichi ricordi ma anche di sensazioni nuove, dato che sono impegnato a far volentieri da "Cicerone" per i miei amici, citando loro i nomi di luoghi e di cime. Le condizioni atmosferiche mutano in modo repentino: il sole scompare dietro grigi nuvoloni e si alza un forte vento. Di conseguenza la temperatura subisce un brusco abbassamento, e quando siamo in prossimità dei rifugi l'intera zona, non più protetta dalla vegetazione a causa dell'altitudine, è sferzata da costanti e gelide folate. Ci imbacucchiamo nelle giacche a vento ben prima di essere arrivati alla mèta. In poco più di un'ora e mezzo raggiungiamo il bellissimo pianoro dove si trovano i rifugi Roda di Vael e Marino Pederiva. Il primo desiderio di tutti e tre è di immettere le giuste calorie nello stomaco, ma basta rimaner fermi pochi secondi per finire congelati come baccalà! Ci sediamo in un avvallamento di alcuni metri per vedere almeno di metterci sottovento, ma l'espediente serve a poco: le mani sono intirizzite e bloccate; anche semplici manovre come sbucciare un frutto o scattare una foto risultano assai problematiche. Potremmo tenere un bel concerto per... battimenti di denti e lamentazioni varie! Appena possibile ci rimettiamo in piedi e camminiamo per la conca. Indico a Daniele e alla Serena le meraviglie naturali che ci avvolgono: a ovest l'alta muraglia costituita dalla cresta del Masaré e dalla Roda di Vael, cui seguono la Roda del Diavolo e la Torre Finestra; a nord, dopo le 'canne d'organo' della Sforcella, abbiamo i Mugoni, le Cigolade e i tormentati Dirupi di Larsec; procedendo verso est si avvista in lontananza il gruppo del Sella, mentre quello della Vallaccia è più vicino; a sud c'è invece la catena di Bocche e, sullo sfondo, le Pale di San Martino col Cimon della Pala, il 'Cervino delle Dolomiti'.

I tre eroi infreddoliti ma felici.
Sullo sfondo la cresta del Masaré

Il Rifugio Roda di Vael con La Roda del
Diavolo, la Torre Finestra e la Roda di Vael

La Sforcella e i Mugoni

Volendo inserire una pur semplice vetta in questa gita, invito i miei amici a seguirmi sulla vicinissima Cima Ciampaz. Si tratta di un roccione posto esattamente a est dei rifugi. Da qui sembra inaccessibile, ma il sentiero gli gira intorno; solo poco sotto la cima c'è un breve passaggio (1° inf.) in cui bisogna aiutarsi con le mani, ma questo non crea problemi a nessuno di noi. E così, in pochi minuti, dai 2316 metri della cuspide godiamo di un panorama ancora più grandioso, che a sud giunge ad abbracciare anche i Lagorai.

La Cima Ciampaz dalla zona dei rifugi.
Io sono in vetta, con le braccia alzate!

Il breve tratto di arrampicata
verso la Cima Ciampaz

Manco a dirlo, qui il vento e il freddo si intensificano ulteriormente; dopo qualche battuta sulle stranezze di questo bislacco agosto, torniamo sui nostri passi. Dobbiamo ridiscendere i 550 metri di dislivello per rientrare al Passo Costalunga, ma per farlo propongo un itinerario differente rispetto alla mattina: il n° 549, ovvero il famoso "Sentiero Christomannos", quello che passa davanti all'aquila di bronzo e che soprattutto permette splendide visioni sulle turrite vette del Latemar. Per fortuna l'aria s'è un po' placata e, ogni tanto, il sole torna a far capolino tra le nuvole. Il nostro procedere è quindi comodo e gradevole. Avevo già fatto questo sentiero alcune settimane prima rientrando dalla ferrata del Masaré, ma ora c'è una variante: giunti al Rifugio Paolina, scendiamo al Costalunga direttamente a piedi col 552 che, con alcuni zig-zag, taglia i ripidi pascoli che sovrastano il passo. Alle cinque del pomeriggio concludiamo questa bella gita che, lo avrete capito, è tranquillamente abbordabile da tutti, famiglie con bambini compresi. Magari, per questi ultimi, può essere consigliabile un breve cordino di sicurezza per affrontare l'ultimo tratto verso la Cima Ciampaz.

[Dolomiti 2005]