I vari nomi e progetti citati hanno come denominatore comune la presenza inquietante, come vero "deus ex machina" della situazione, di Antonio Bartoccetti, chitarrista, bassista e cantante oltre che compositore.
La fase embrionale di questo iter artistico si ha a Milano nel 1969, quando Bartoccetti approda ai DIETRO NOI DESERTO incidendo anche un 45 giri per la Decca.
Insoddisfatto di tale situazione, decide di sviluppare un discorso musicale autonomo: conosce la tastierista Doris Norton e, insieme, si trovano d'accordo nel voler sperimentare un originale connubio fra organo a canne, clavicembalo, violino e minimoog. Col nome JACULA realizzano, sempre nel '69, l'LP In Cauda Semper Stat Venenum: l'atmosfera del disco è impressionante, carica di un'arcana  ritualità. Vi si fondono alla perfezione momenti liturgici e passaggi in cui spadroneggia l'aggressiva chitarra del leader. A tale esordio segue, nel '72, Tardo Pede In Magiam Versus, che consacra l'ensemble ai vertici di un certo ambito cult-dark. L'opera è effettivamente unica nel panorama progressivo italiano, densa com'è di accenti oscuri e metafisici e con testi che, oltretutto, precorrono i tempi, rivolgendosi con urgenza al problema ecologico. Due brani del disco, riarrangiati, escono poi su un singolo a firma INVISIBLE FORCE.
Una pausa di un paio d'anni segna il cambio di monicker: il progetto ANTONIUS REX prevede addirittura la realizzazione di otto LP i cui contenuti dovrebbero svelare il modo di acquisire poteri preternaturali: di fatto, non tutti quei dischi vedranno la luce, almeno negli anni '70. Si comincia con l'agghiacciante Neque Semper Arcum Tendit Rex ('74), estremo in tutti i sensi, e si prosegue, nella seconda metà dei seventies, con Zora ('77) e Ralefun ('78). Il primo esce in due differenti versioni nel giro di pochi mesi, con variazioni per quanto concerne sia la copertina che il numero e l'arrangiamento dei brani. Sostanzialmente Zora e Ralefun portano avanti le idee compositive precedenti, modernizzandone di poco la struttura musicale ed inserendo la batteria. Il quarto LP a firma Antonius Rex sarebbe dovuto uscire nel '79 per la RCA: Anno Demoni, concepito ed inciso nell'arco di dieci anni, viene però rifiutato dai dirigenti di Roma per i testi pesantemente rivolti verso l'occulto. Bisognerà attendere il 1992 per poter ascoltare tale opera, quanto di più dark ed esoterico Bartoccetti e la Norton abbiano mai prodotto. La parabola del gruppo sembra venire archiviata dal rabbrividente Praeternatural ('80), disco maturo in certe sue rarefazioni cosmico/ambient. Va peraltro detto che le sonorità delle riedizioni di Neque Semper, Anno Demoni, Praeternatural e anche di In Cauda risultano stranamente "attuali", rivelando cospicui interventi sui master originali.
Tornando alla storia cronologica, assistiamo ora alla svolta, con la decisione di puntare sul fascino magnetico di DORIS NORTON e la sua grande competenza in ambito elettronico: Parapsycho ('81) e, in misura minore, Raptus ('82), a metà strada fra manualità e digitalità operativa, sono ancora lavori interessanti. Nortoncomputerforpeace ('83) e Personal Computer ('84), per contro, suonano glaciali come le macchine che li hanno generati; i ritmi contenuti lasciano già presagire l'avvicinamento a tematiche danzerecce. Tale disgregazione avviene puntuale con Artificial Intelligence ('85) e Automatic Feeling ('86): siamo ormai nel regno della techno-dance più o meno di lusso. The Double Side Of The Science ('90) per un attimo ci illude, segnando un parziale ritorno alle antiche suggestioni create da organo e strumenti non elettronici, ma è solo un fuoco di paglia, giacché i Nostri si gettano anima e corpo nel mondo della musica rave-party, divenendone apprezzati produttori. Purtroppo i tempi sono cambiati, e Bartoccetti e la Norton vi si adeguano. Il passato è dunque definitivamente chiuso? Niente affatto: nel 2005 giunge a turbare i nostri sonni il sinistro video Magic Ritual. Girato da Doris Norton nel '76-'77, si avvale di una colonna sonora incisa da Bartoccetti nel '90; il tutto è stato poi digitalmente rieditato con la complicità del figlio del duo, ovvero Rexanthony. Ricco di arcani simbolismi, l'orrorifico movie alimenta l'interesse intorno ad Antonius Rex, generando il giusto clima d'attesa per il nuovo, ottimo lavoro Switch On Dark ('06), che proietta definitivamente il combo ai vertici della cult music del terzo millennio. Ideale connubio di tradizione e modernità, nella versione digipack comprende anche una traccia CD-ROM con un lugubre videoclip. E siamo certi che la rivelazione continuerà...

Francesco Fabbri - settembre 1992 (rivisto ed aggiornato)

Nell'ambito del mio sito, le pagine a voi dedicate risultano in assoluto fra le più visitate, a giudicare dal feedback a livello di e-mail. Mi arrivano numerose richieste di informazioni anche dall'estero, specialmente dalla Germania. In generale, quali elementi pensi possano aver contribuito a creare il 'cult' intorno alle vostre opere?
"Penso che i fattori che abbiano generato e generino interesse verso i nostri disegni musicali siano configurabili in termini di spontaneità, anticommerciabilità e messaggi esoterici intrinseci. Quando abbiamo dato l'OK alle due label Mellow e BWR per effettuare le ristampe delle nostre opere, cosa che hanno continuato a chiederci per anni, lo abbiamo fatto solo per riascoltare in CD le nostre follie giovanili non pensando minimamente al marketing. Poi... controllando i diritti di noi autori abbiamo recentemente scoperto, tramite naturalmente la SIAE, dei dati che, per prodotti del genere, sono davvero anomali. Allora... IN CAUDA è alla terza ristampa, TARDO PEDE alla quinta e, caso più strano di tutti, è che NEQUE SEMPER a pochi giorni dal suo reissue ha già superato le novemila copie, naturalmente in tutto il mondo: è pochissimo ma al tempo stesso tantissimo. Penso che questo album, nel giro di qualche anno, supererà le quarantamila. Quindi dati non eclatanti in assoluto rispetto alle mega vendite delle sempre più penose pop-rock star e superosannati cantanti in genere, ma positivi in considerazione all'età anagrafica dei prodotti. Cosa ancora più strana, abbiamo molte e-mail di giovani che, forse stanchi delle droghe sintetiche e del sound tutto uguale, provano emozioni nuove dall'ascolto di queste opere... Anche questo per noi è un autentico nuovo Mistero della Fede. Altro generatore probabile di quello che tu definisci 'cult' è stata la scarsissima diffusione dei dischi negli anni '70... sai benissimo che si è cominciato a parlare della particolarità (forse subliminale) di TARDO PEDE non prima del 1982... quindi c'è stata una fatale e fitta nebbia sulle cronologie e sulle conoscenze reali dei prodotti."
Complimenti per l'ultimo lavoro rieditato, Neque Semper Arcum Tendit Rex (1974): ho trovato quantomai stimolante quel passo di "Pactus" in cui ti scagli contro la Televisione, efficacemente definita "Dea Minore". Com'è che già allora avvertivi i pericoli insiti in quella... scatola ipnotica?
"Fin dagli inizi del viaggio musicale (1969) le nostre tematiche sono state una sorta di fusione dei concetti che possono evidenziare ricerca interiore, debolezza dei ricchi, lotta alla guerra, ai violentatori della natura, contatti con il preternaturale, lotta al consumismo, condanna dei falsi profeti e della cosiddetta TV che i più subiscono passivamente, di cui i più non avrebbero più potuto fare a meno. Una vera tossicodipendenza che negli anni è diventata assoluta. Pensavamo che ogni messaggio televisivo fosse necessariamente filtrato ed indirizzato al plagio delle menti deboli. Quindi una divinità per subnormali e progressivamente per normali, capace di schiavizzarli in una progressione che oggi è obiettivamente tangibile."
Tornando ai miei lettori tedeschi, uno di essi obiettava qualcosa circa la reale datazione di In Cauda Semper Stat Venenum (1969): anch'egli, come me, aveva notato la somiglianza del riff di "Triumphatus Sad" con quello, celeberrimo, di "Children Of The Grave" dei Black Sabbath. Cito testualmente il passo dell'e-mail: "Was it then Antonio Bartoccetti and not Tony Iommi who invented the doom metal genre? This I find hard to believe". Ora, considerato che anche opere come Anno Demoni e Neque Semper Arcum Tendit Rex presentano grosso modo il medesimo tipo di sonorità, vogliamo dunque far chiarezza, una volta per tutte, intorno agli interventi fatti sui master originali?
"Come tu stesso (e molti altri addetti ai lavori) hai notato, IN CAUDA è un lavoro embrionale: vi si possono notare tutte le nostre carenze quali giovanissimi musicisti. Anche per questo all'epoca non venne messo in vendita. Però, nonostante tutte le carenze tecniche, penso che IN CAUDA, se ascoltato con lo stato d'animo giusto, sappia comunicare quella che all'epoca era la nostra intensa spiritualità. In quanto ad affinità elettive con alcuni episodi di Black Sabbath ciascuno è libero di vedere l'invisibile e naturalmente viceversa. Di Black Sabbath ho sempre ammirato la genialità di Tony Iommi, ma a livello di brani ho provato emozioni solo ascoltando il loro primo brano omonimo del loro primo album... per il resto penso che sia solo rock and roll e quindi... Quando abbiamo preparato il master per la ristampa di IN CAUDA, abbiamo buttato il tutto nel ProTools 24, sistema digitale di Doris Norton ed abbiamo trattato il tutto in modo esasperato in termini di equalizzazione, compressione, gate, dinamica e riduzione di rumore. Il risultato è stato notevole e voluto anche perché non puoi immettere nei mercati del 2001 un CD che ai giovanissimi, abituati alla attuale perfezione tecnica, suonerebbe male. Con un procedimento unico al mondo abbiamo trattato il master per il solo CD di NEQUE SEMPER... estratte tutte le 16 tracce incise a suo tempo in Mondial Sound, dal vecchio multimaster, passata ogni traccia su dei dat, reinserito il tutto in ProTools e poi... trattamenti per circa 20 turni per un totale finale di 64 tracce audio. Il CD NEQUE SEMPER in tal modo suona bene... la ristampa in LP è un'altra cosa, conforme all'originale. Quando passi di qui ti ruberemo 180 secondi... un microfono, la voce monofonica di Francesco Fabbri... dopo poco trasformata in un coro di oltre 12 mila Fabbri."
Nella biografia ufficiale di Antonius Rex il giudizio di merito su Zora e soprattutto su Ralefun appare piuttosto severo. Secondo me quei dischi conservano, pur nella naïveté di fondo, un fascino innegabile. Per quale motivo, invece, voi siete oggi così critici a tale riguardo?
"Allora... sono due dischi fatti per soldi. L'israeliano Emanuele Daniele, ascoltando una copia di NEQUE (1974) ci volle assolutamente mettere sotto contratto. Sono opere affrettate: ZORA riprende dei brani da TARDO PEDE e RALEFUN è troppo normale. Penso che le nostre esecuzioni peggiori siano racchiuse in RALEFUN... il testo di 'Agonia'... un momento di mia demenza, il ritmo di 'Witch Dance' quasi da discoteca e proprio per questo messo in rotation da Radio 105... gli Antonius Rex su 105? Non ti fa ridere? Stiamo parlando del 'credo' 1979. Facemmo anche un video e l'ultima scena era codificata come l'ultima cena: scrissi la sceneggiatura e Daniele per quella scena fece acquistare diverse migliaia di polli bianchi. Daniele era totalmente ben disposto nei nostri confronti e dopo anni di fame sfruttammo il pollo che il fato ci pose davanti. Insomma... cose comiche sotto l'egida di una casa discografica e proprio per questo l'ultimo lavoro fu autoprodotto secondo i nostri gusti e fu un lavoro ottimo, anche questo non posto in vendita convenzionale, ma solo ceduto 'firmato' ai seguaci. Se poi a te questi due album piacciono è solo una questione di soggettivismo. Oltre tutto mi viene in mente che quando Albert Goodman lasciò questa terra, il Daniele ristampò ZORA e chiese un inedito, 'The Gnome': un brano che realizzammo in due ore... un brano del kaiser... Daniele sfruttò anche la scomparsa di Albert... anche per quello non siamo ben disposti verso ZORA."
Una tua esperienza musicale che attualmente rinneghi nel modo più completo è quella che approdò al 45 giri inciso coi Dietro Noi Deserto, che io, fra l'altro, sino a oggi non sono riuscito ad ascoltare...
"D.N.D. è stato un normalissimo quanto necessario errore di gioventù anche se grazie a questo dischetto pubblicato dalla Decca, la stessa casa dei Rolling Stones e dei Ten Years After, conobbi Alvin Lee che mi stimolò a cercare nuove vie a Londra. Comunque il brano 'Dentro me' dei D.N.D. contiene un giro di chitarra fatto con Gibson SG e relativa improvvisazione che reputo positivi. Il problema è che fu un disco senza carattere, senza dominio, senza autorità. Bloccai questo progetto sul nascere, proprio quando l'allora periodico "Giovani" ci aveva organizzato un tour in tutta Italia. D.N.D. era solo banale rock."
Come mai legaste i vostri nomi e la vostra iconografia ai fumetti sexy-horror degli anni '70, appunto Jacula e Zora?
"Un po' per fatalità... un po' per razionalità... un po' per il fatto che il disegnatore e poi produttore Travers disegnava quella roba. Possiamo trovarci anche un significato: sulla terra domina il sesso. La copertina di IN CAUDA e TARDO PEDE ci poteva anche piacere... quella di ZORA 1 scelta da Daniele era una vera puttanata."
Ascoltando i vostri dischi, personalmente vi ho sempre rinvenuto una grossa comunanza spirituale col cinema gothic/horror italiano degli anni '60 e '70. Vi piacevano i capolavori di registi quali Riccardo Freda, Giorgio Ferroni, Mario Bava, Antonio Margheriti, Lucio Fulci e così via? Ne siete rimasti in qualche misura influenzati?
"Ogni artista, consapevole o no, è sempre influenzato a 360 gradi dalla realtà apparente e non... Mario Bava... un vero symbol, così come ci piaceva vedere Vanilla Fudge o Iron Butterfly... tornavi a casa con qualcosa in più nella mente, eri più ricco, ma solo quello."
Cosa c'è dietro alle tematiche trattate nei vostri lavori? In altri termini, parlare dell'occulto rappresenta per voi l'urgenza di fare proseliti o, più semplicemente, è la maniera per estrinsecare il vostro mondo interiore?
"Stiamo parlando sempre di ciò che fu sino al lontano 1980. In quel decennio eravamo quasi convinti di essere delle divinità, lontani dai problemi del quotidiano, lontani dal comune lavoro, lontani dalle falsità e al tempo stesso attratti da tutto ciò che andasse oltre il naturale, oltre il visibile. Abbiamo avuto diverse esperienze, diciamo mistiche, con un medium e la cosa ci ha arricchito. Questo piccolo o grande bagaglio empirico è stato poi trasferito nei dischi. Quindi nessuna istanza di proselitismo ma un comunicare alcuni nostri stati d'animo, alcune visioni, alcune certezze, convinti di far pervenire qualche ascoltatore ad una autocritica, a dei dubbi sui veri valori dell'esistenza. In queste cornici sono sempre presenti le forze del male e del bene, la strega e la fata, il demone e la luce, la vita e la morte... la religione, la magia e l'esoterismo, il monastero ed il castello per il sabbah."
A distanza di circa trent'anni dai moniti lanciati dai vostri dischi a favore dell'ecologia e contro l'inquinamento voluto dai potenti, qual è secondo voi il destino del nostro Pianeta? E, comunque, non è l'Uomo stesso a ritrovarsi tristemente 'inquinato' nella sua interiorità, nelle sue aspirazioni, in altre parole nella sua stessa essenza?
"Penso di poter affermare che il messaggio globale dei nostri albums possa definirsi anche "profetico"... abbiamo sempre creduto nella dea natura ed abbiamo sempre condannato i suoi assassini. Nelle parti infinitesimali della natura c'è l'essenza del mondo dominato dall'oro e dal sesso e dalle loro stesse svariate sottoconfigurazioni, quali falsità, violenza, oppressione, desiderio folle di dominio sui valori illusoriamente temporali. Chi inquina uccide se stesso e siamo fatalmente giunti ad un mondo traboccante di esseri inutili e suicidi. Il dramma degli uomini è che essi dimenticano e che talvolta comprendono l'errore a catastrofe avvenuta. Anche per questo la nostra musica è stata 'anche' un'istintiva fuga dal reale. Concordo con te sulla seconda parte della domanda: l'uomo che ha messo in gabbia se stesso."
Quale fu esattamente il tuo ruolo nella realizzazione dell'LP Sea Of Tranquillity (1979) degli Antares?
"In quel periodo abitavamo a Milano ma ci recammo in Germania per incidere RALEFUN finanziato da Emanuele Daniele. A lui si presentarono gli Antares e lui li sottopose al nostro giudizio. Demmo loro una piccola mano nel realizzare l'album, di cui firmai un paio di brani... prestai anche la mia SG al loro chitarrista. Erano ragazzi bravi ma non avevano un'ideologia forte da estrinsecare. Non li abbiamo più visti."
M'è giunta voce di un ipotetico LP di Doris Norton precedente a Parapsycho: il titolo sarebbe Under Ground e l'anno di realizzazione il 1980. Ora, considerato che sulla costola di Parapsycho sta scritto "Vol. 0", un po' di scetticismo è comprensibile...
"Sono contento di tale domanda. Allora: il mondo pensa sempre che un artista sia configurabile nei dischi che il mondo stesso trova nei suoi negozi, ma non è così. Doris Norton ha sempre avuto in casa decine di "macchine" e strumenti di ogni tipo. Nel 1980 ebbe dalla giapponese Roland alcuni strumenti prototipo... un sequencer, un synth ed una batteria elettronica. Realizzò con un 8 piste l'opera elettronica UNDER GROUND, componendo con me il brano CAPTURING UNIVERSE: questo brano è passato del tutto inosservato fino a quando nel 1990 venne ripreso da un pianista tedesco e poi da un gruppo techno tedesco che lo chiamò Universe of Love. Nel 1995 guardavo con 'pietà' questi 'furti' e convinsi mio figlio a riprendere il brano originale: venne prodotto CAPTURING MATRIX vendendo oltre 240 mila copie di singoli. Oggi, 2003, questo stesso brano Capturing Matrix è appena uscito con tre nuove versioni, di cui una by Doris Norton, ed è già in classifica. Vedi come è piccolo e "ignorante" il mondo? Su Parapsycho è scritto 'volume zero' perché è un lavoro ufficiale a differenza di un'altra dozzina di album non ufficiali e del tutto sperimentali."
Una volta che anche Praeternatural (1980) sarà rieditato, il discorso riguardante l'Antonius Rex Group dovrebbe dirsi chiuso. Ebbene, vista l'abilità con cui avete rimesso mano ai vecchi lavori, sarebbe davvero un'eresia così grande che Antonio Bartoccetti, Doris Norton & attuali accoliti realizzassero altre opere su quello stile, ma recanti la data odierna?...
"Il primo mondo Antonius Rex è chiuso nel 1980 con l'album autoprodotto da te citato e che non puoi possedere per il semplice fatto che volutamente non è stato mai messo in vendita. Se vuoi ci sono ancora 10 o 12 originali. Non sappiamo se abbiamo intenzione di far effettuare il reissue 2003 da BWR o da altri aspiranti. Abbiamo anche avuto offerte per albums odierni visto che comunque, a parte le mie attività di produttore di "rumore technologico", noi abbiamo sempre continuato a comporre musica e testi. Vista la tua professionalità e stima indotta, sei il testimonial ufficiale della seguente prima dichiarazione ufficiale: ebbene sì: c'è il nuovo album di Antonius Rex pronto per uscire nel mondo... l'ho iniziato in Romania nel 2002... le incisioni sono ultimate, manca qualche arrangiamento e tutta la fase di mixage. E' un lavoro fatto con il nuovo sistema a 192 KHz. Posso solo dire che timbricamente è eccellente. Sui contenuti non sta a me parlare; sarà il pubblico ancora una volta a decretarne la validità o meno. Altro scoop 'to Fabbri' è che da marzo 2003 parte, in modo naturalmente molto dark, il "Praeternatural tour" che non è il classico tour nelle classiche locations, ma verrà presentato nel corso di un convegno in Austria sugli effetti della paura e si diramerà nei monasteri e castelli della Romania e dell'Ucraina. Non sarà tradizionalmente live ma mi vedrà protagonista di dibattiti sul preternaturale fra un brano e l'altro dell'album PRAETERNATURAL... ogni evento musicale si materializzerà nella totale oscurità... questa è sicuramente un'innovazione che renderà il pubblico ancora più libero nell'ascoltare il nostro sound. E' da quando ero 'piccolo' che ho molto tempo libero e adesso questo mi diverte."
Sono ormai trascorsi dodici anni dall'intervista che ti feci per "Metal Shock". Come valuti l'evoluzione, che indubbiamente c'è stata, nell'establishment musicale di questo periodo?
"Io e te sappiamo benissimo che dagli anni '70 in poi ogni creatività in area musicale è andata scemando. Oggi ci sono cose di cose rifatte di cose ulteriormente strafatte. Io non parlerei più di musica ma di plagio dei network nei confronti del pubblico che purtroppo sembra non avere più il tempo o la forza di ragionare. Ma sono sempre ottimista sul fatto che l'alba di domani possa nascere nuova per tutti i validi musicisti che comunque continuano saggiamente a lottare."

Francesco Fabbri

Ho descritto Praeternatural come un'opera matura, nella quale fra l'altro si rinvengono quegli accenti cosmici e ambient che ritroviamo anche all'inizio della carriera solistica di Doris Norton. Quali sono, secondo te, le altre particolarità del disco?
"Quando il fato pose sul nostro cammino l'editore E. Daniele, un israeliano fin troppo facoltoso, non potevamo farcelo sfuggire visto il nostro passato economicamente disastroso. Con quei guadagni comunque impropri, ci recammo negli studi Zanibelli ad incidere l'ultimo disco... ma come lo volevamo noi. PRAETERNATURAL è un concept, molto spontaneo nelle esecuzioni ma molto studiato in fase di pre-produzione. E' la conclusione del cammino iniziato con IN CAUDA... è l'ultima locanda indicata dal libro. Potrebbe essere definito come la sintesi delle nostre esperienze dove ci ritrovi il bianco, il nero, la profezia, la forza invisibile ed un costante senso teologico. I messaggi vocali sono sintetici-minimali. Tutto il concept è basato sulle otto porte e sulla frase di Doris presente nella traccia "Invisible Force" ed inserita al rovescio... per tradurla basta mandare l'LP all'indietro. E' comunque un'opera spontanea e libera che incredibilmente oggi, a distanza di 24 anni, sta ottenendo consensi in ogni parte del globo. La stampa odierna etichetta PRAETERNATURAL come rock e non siamo d'accordo. L'album è una fusione fra impressionismo, classicismo, cosmicismo e sfumature di rock ed elettronica. Desidero poi dare un giudizio sintetico sulle singole tracce, ricordando sempre ai lettori che stiamo parlando del 1980. "Halloween": col passar degli anni questo tema è stato sfruttatissimo. Oggi ascoltiamo decine di brani intitolati "Halloween" che fanno davvero pena. Il nostro "Halloween" fu un lavoro serio: archi e pianoforte portavano l'ascoltatore in quei mondi irreali. "Falsum et Violentia" è la nostra profezia: l'uomo nasce con falsità e violenza; continua a dimenticare e nelle proporzioni del 90% muore in falsità e violenza. "Praeternatural": continua a piacerci. Chitarre nuove (per l'epoca) e Moog splendido e... le otto porte da aprire. "Montsegur Legend": è il campo magnetico del mondo. Tastiere ed archi grandiosi ma in forma minimale. Questo è più difficile. "Capturing Universe": composto in Romania (1979), è una sorta di processione. Un brano fatale che poi è stato rinominato e reinciso da un componente del nostro team che lo ha chiamato "Capturing Matrix"... nel 1995 ha scalato le charts, nel 2003 è stato remixato, si è fatto oltre 50 compilation internazionali e sempre nel 2003 è stato acquisito dalla Wea per il mondo. Insomma, quell'idea del 1980 che non piaceva a nessuno, ha dimostrato il contrario. "Invisible Force": gli uomini più sfortunati sono gli atei. Con questo brano si inietta nel cervello di chi lo ascolta la presenza divina, invisibile naturalmente... il soprannaturale esiste. E' quasi un avvertimento a scopo umanitario, visto che chi crede nel bianco o nel nero o molto più logicamente in entrambi, vive meglio."
Praeternatural è un disco ideato e realizzato dai soli Bartoccetti e Norton. Posto che pure in passato il controllo dei vostri progetti era totale (con la parziale eccezione, forse, di Zora e Ralefun), cosa comportò qui, in termini pratici, il dovervi assumere l'impegno di suonare tutti gli strumenti?
"L'abbiamo realizzato in due perché Albert era passato ad un'altra vita. ZORA e RALEFUN furono commissionati da Mr. Daniele, il cui unico difetto era quello di avere fretta. Penso che in RALEFUN ci siano buone composizioni... ma eravamo noi che non avevamo voglia di perfezionismo e quindi ci ostinavamo a dire che tutto andava bene così. L'importante era finire e prendere la seconda parte dell'acconto. In quanto agli strumenti, e qui sta la genialità della nostra musicista, lei ebbe in uso per sei mesi il sistema C.M.I... lo stesso che usò Peter Gabriel. Era un sistema australiano di Sidney che consentiva di archiviare ad 8 bit qualsiasi strumento analogico oppure parti di esso e poi costruire le partiture con quegli stessi suoni."
Come fece Doris Norton a ottenere dai suoi marchingegni un suono di batteria così naturale? Nel 1980 la tecnologia non poteva certo dirsi ai livelli attuali... O forse in fase di riedizione avete provveduto a qualche 'aggiustamento'?
"Il C.M.I. Fairlight era nato, credo, nel 1978 e destinato ai nuovi compositori. Relativamente alla batteria Doris Norton prese i suoni singoli di una Ludwig e di una Gretsch... quindi cassa, rullante, timpani, piatti e compose tutte le parti ritmiche. Una volta negli studi Regson, trasferì con sistema da digitale ad analogico, le parti ritmiche separate su singole tracce delle 24 tracce globali. Fu un lavoro enorme e geniale che solo una maga dell'elettronica avrebbe potuto fare... oggi fanno tutti così... In fase di master reissue abbiamo riestratto tutte e 24 le tracce e le abbiamo riequalizzate togliendo loro ogni noise e poi ricompresse. Infatti il CD, rieditato a 24 bit, suona bene... l'LP naturalmente è più sporco, ha meno dinamica e pochissima enfasi."
Nel foglio allegato alla prima edizione in LP di Zora specificavate che il progetto Antonius Rex prevedeva in tutto la realizzazione di otto dischi. Se non ho perso il conto, ed escludendo la doppia versione di Zora, i lavori sulla lunga distanza sono appena cinque. Ora, dal momento che Praeternatural pare segnare l'atto finale del concept di partenza, si deve concludere che avete modificato la strategia lungo il cammino?...
"Tu dirai certamente che "verba volant scripta manent"... e su questo tutto ok. L'intera discografia anni '70 Bartoccetti/Norton consta comunque di 8 album, partendo naturalmente da IN CAUDA. Siccome non esistono verità assolute è tuttora possibile ipotizzare che manchino ancora 2 album al progetto Antonius Rex per raggiungere il numero fatale di 8. Staremo a vedere..."
Un'altra curiosità storica riguarda un fantomatico gruppo, Lidia e gli Hellua Xenium, autore di due introvabili 45 giri: Guai a voi / Invocazione (Rusty records - 1973) e Diluvio / Conoscevo un uomo (Radio - 1974). Ebbene, dietro a quella band si celerebbe in realtà Doris Norton. Confermi o smentisci tale notizia?
"Smentiamo naturalmente tale notizia... non conosciamo quel gruppo e proponiamo una robusta corda per quanti mettano in giro simili fantasie."
Ed eccoci alla domanda a cui molti appassionati tengono. C'è dunque spazio per ridar vita agli Antonius Rex? A che punto siamo con la release delle vostre nuove incisioni cui mi accennavi nell'ultima intervista?
"Come ti ho detto in anteprima il nuovo album degli Antonius Rex c'è (ed è da tempo composto anche il successivo)... è pronto... mixato, ascoltato decine di volte... secondo noi splendido e sempre molto cerebralmente dark. Mentre ti stiamo rispondendo, l'album in formato LP (iper-limited) è qui davanti a noi. Ma abbiamo un dubbio... se metterlo in commercio o meno. Insomma, il classico essere o non essere. Attendiamo dei segnali... in caso contrario si riempirà di polvere e non andrà a turbare le notti degli umani e forse, come dici tu, riemergerà fra anni dalle nebbie del tempo. Certamente oggi, nel 2004, è un'opera nettamente superiore a gran parte delle puttanate assolute che sono in commercio... dischi tutti uguali e cantati allo stesso modo. Ci sono due majors pronte a stamparlo in CD, ma sarà il fato a decidere!"

Francesco Fabbri

Nel vostro impressionante short movie Magic Ritual ci sono vari simboli che si susseguono, ma un ruolo di primo piano è dedicato al pugnale col manico a zampa di caprone, che tu stesso fai volteggiare mentre la band sta suonando. Infatti, nel comunicato stampa che avevate diffuso tempo fa, stava scritto che nel video si narra "il percorso di un simbolo affidato a un'adepta". Perché quell'oggetto è così importante?
"Bisogna guardare "Magic Ritual" diverse volte e poi operare con dei fermo immagine... i simboli sono necessariamente molti e correlati, e mettendo insieme il significato di ciascuno si perviene al significato del lavoro. Il pugnale, da sempre simbolo (virtuale) di antico rituale, ha un significato ovviamente ideologico... lascia intravedere la via per l'ultima locanda indicata dal libro e al tempo stesso viene temporaneamente donato alla giovane ragazza per renderla più forte di fronte all'arroganza e alla sempiterna violenza del 'maschio' che alla fine, pur inconsciamente, è il vero perdente. Anni fa, durante i lives, usavo quel pugnale per suonare la mia Gibson perché mi dava maggior dinamica sulle corde e quindi sul timbro emanato."
Benché molto coinvolgente, non sempre nel cortometraggio è agevole rintracciare un senso compiuto che vada al di là della
summa di certe tematiche visuali e sonore a voi care. Vorresti dunque esplicitare l'aggregante programmatico, specificando inoltre se il concept è da intendersi in chiave più ampia?
"Quando si è nella fase creativa e realizzativa di un'opera, si è in simbiosi con il proprio io e non esistono pensieri per i fruitori dell'opera... inoltre ogni fruitore ha una propria visione della vita e dell'arte e le emozioni che prova sono assolutamente condizionate dallo stato d'animo in cui si trova. Quindi, se durante la visione una persona ha un problema, i contenuti e la relativa comunicazione sono condizionati dal problema. Stando a noi, ovviamente, abbiamo creato ed assemblato il tutto sulla base di un concept personale e comunque sempre diversamente interpretabile, anche se, attorno al cinquantesimo minuto del video, facciamo scorrere una frase in latino che, una volta tradotta, darà una indicazione in più."
L'indubbia carica di attrazione del video va anche attribuita all'azzeccata scelta delle location. Dove si trova quel castello dall'aspetto così fascinosamente tetro?
"Il materiale è stato girato e diretto da Doris Norton fra Milano e Brazov, fra Pavia e Macerata. Le location sono un teatro, due cripte e quello splendido castello in Romania, la mia patria esoterica."
Montaggio a parte, diverse scene di Magic Ritual appaiono chiaramente girate oggi. Erano così indispensabili per lo sviluppo della narrazione?
"Assolutamente sì... non volevamo solo il passato, ma volevamo che l'attuale interagisse con ciò che era. Avevamo materiale girato nel 77-78 ma sarebbe stato troppo semplice riassemblare scene vecchie e, comunque, anche per questo "cult". Abbiamo voluto fare qualcosa di più complesso... creare un ponte surreale fra ieri ed oggi, optando per un montaggio digitale e creativo ad un tempo."
Frasi inserite al contrario, immagini esoteriche... Il tutto non esattamente comprensibile per i non iniziati. Per Antonius Rex oggi cosa significa comunicazione, e a che tipo di pubblico intende rivolgersi?
"Penso che il mondo magico, nella sua essenza, non debba mai essere subito comprensibile in toto. Noi abbiamo sempre cercato di dare degli input, delle indicazioni per una ricerca interiore e parafilosofica, lasciando chi ci segue nella libertà di completare il viaggio. Oggi abbiamo fans in tutto il mondo, questo primariamente grazie al buon export della Black Widow, ad Internet, alla stampa settoriale e ad alcune labels, fra cui Century Media che importa i nostri lavori per Usa ed Europa. Il nostro pubblico di oggi è eterogeneo nella cultura e nell'età e questo è l'aspetto più eclatante. Stando alle e-mail abbiamo comunque più seguaci fra il pubblico femminile."
Avrai certo sentito parlare della sedicente setta delle "Bestie di Satana", che in Lombardia si è macchiata di efferati delitti. Il giudizio di primo grado ha condannato severamente gli autori dei fatti di sangue, mentre non ha attribuito lo status penale dell'"associazione per delinquere" alla medesima congrega. Qual è la tua posizione riguardo a tale vicenda?
"Penso che il disagio giovanile sia in espansione e penso che nessun essere al mondo possa nascere criminale. Quindi ogni atto di violenza trova le sue origini in percorsi sbagliati che l'individuo si è trovato ad effettuare... a volte poi si innesca anche la voglia di protagonismo irrazionale, la voglia di apparire importanti, il senso di emulazione di alcune gesta magari viste in TV o al cinema. Tornando alla tua domanda, penso che quanto è successo non abbia nulla a che vedere con il principe delle tenebre e che sia una problematica gravissima di tipo psichiatrico. Oggi di questi eventi si occupa la giustizia terrena... domani sarà la volta della giustizia divina. La vita sociale degli uomini deve essere basata sulle regole e nessuno può operare violenza su un altro, né in nome della politica, né tantomeno della religione. Parlavamo ermeticamente di questo in 'Falsum et Violentia' nell'80, credo... ma l'uomo dimentica."
Vuoi dire qualcosa sul tuo lavoro di produzione della band Devil Triangle?
"Dopo "Praternatural" sono successe tantissime cose in area musicale. Una di queste è stata la collaborazione con il ricercatore e bassista Giulio Tasnad e con la sorella Monika, proprietaria di uno studio di incisione in Romania dove tra l'altro è stato inciso l'audio di "Magic Ritual". Con Giulio producemmo un album di strano progressive che usammo come documento e che donammo ad un piccolo stuolo di religiose. Oggi, nel 2005, abbiamo deciso di produrre il secondo atto dei DEVIL TRIANGLE facendo muovere i musicisti, capitanati dal bassista Alexander Tasnad, sul terreno energetico e magmatico del metal con contaminazioni gothic-dark: è un album di nicchia che abbiamo chiamato "Darkotic", composto di 10 brani di cui 5 fatti in studio e 5 volutamente realizzati in diretta su Dat, onde offrire un sound allo stato puro... la sua uscita è programmata per maggio 2005. Gli attuali musicisti dei Devil Triangle mi soddisfano molto: in particolar modo voglio evidenziare le doti chitarristiche di Giosuè Fabrice che, in simbiosi con Alexander Tasnad, sa unire le sue ritmiche a quelle del batterista Died Leckter che nei brani fatti in studio dimostra il suo stile geniale nel suo drumming con la cassa."
Circa la vostra prossima opera, di essa è già noto da tempo il titolo
Switch On Dark. Per quando ne è prevista l'uscita? Dobbiamo attenderci un qualcosa orientato nel solco evolutivo 'modernista' già tracciato da Magic Ritual?
"
Il nuovo album "Switch On Dark" è pronto da un anno... stiamo decidendo quando metterlo in commercio... la previsione potrebbe essere per l'estate. Pur essendo molto auto-critici riteniamo che sia il nostro miglior lavoro in assoluto sotto tutti gli aspetti... quello che non sappiamo è se verrà compreso subito... ma poco importa. L'avanguardia di "Tardo Pede" venne esaltata molti anni dopo la sua uscita. "Switch On Dark" non rientra in alcun genere... diciamo che è un'onda anomala e al tempo stesso una droga mistica per le nuove generazioni."

Francesco Fabbri

Nella mia recensione ho descritto "Switch On Dark" come la logica prosecuzione, a livello programmatico e anche sonoro, di quanto contenuto in "Magic Ritual". E' corretta questa chiave di lettura?
"Cominciamo col dire che tu sei stato il primo al mondo a pubblicare profeticamente (già da molti mesi) le notizie riguardanti "Switch on Dark" che, come affermi, è la logica prosecuzione di "Magic Ritual" (dvd, 2004) e "Magic Ritual" (album, 2005 solo vinile) contentente una particolare versione di "Fairy Vision". Insomma, dal 2004 è lecito parlare del "secondo mondo Antonius Rex", legato al primo dalla spontaneità e spero più ricco di idee e capacità esecutive."
Mi sembra che il progetto Antonius Rex si sia definitivamente ricavato un suo meritato spazio, in termini di riconoscibilità e di originalità, all'interno del panorama cult-dark. In termini meramente di mercato, però, in quale ambito riuscite maggiormente a farvi apprezzare? Forse in quello metal?
"Come è logico e naturale, dall'80 ("Praeternatural") ad oggi molte cose sono cambiate... ma la voglia di comporre è rimasta tale, senza vincoli, senza coercizioni e senza tener conto del "cult" innescatosi con le precedenti opere. "Switch on Dark" credo non possa far parte di nessun genere musicale... E' un'opera globale con fusioni tra paraclassicismo, gotico, prog, doom, industrial, conditi anche con metal e micro-elettronica ed è la sua coesione che fa la differenza. "Switch on Dark" è quello che siamo noi oggi con il nostro vissuto, con le nostre visioni esistenziali, con la facoltà di saper mettere ogni nota ed ogni suono al posto giusto. Fondamentalmente penso sia paragonabile ad una cattedrale gotica, piena di estetica, luci, ombre. Chi ci segue oggi è maggiormente un pubblico femminile, probabilmente attratto dal sogno che l'album sa evocare."
Come descriveresti l'evoluzione, che logicamente c'è stata dagli anni '70 a oggi, dell'approccio che Antonius Rex ha nei confronti della musica e della vita in generale?
"La vita degli umani è rimasta sempre la stessa e sempre basata sul potere della falsità e della violenza. La nostra evoluzione musicale è che se un tempo si è fatto anche del buon Progressive, oggi si è più interiormente ricchi e profondi ed il sound ne è la sintesi simbiotica. Come Antonius Rex ed in particolare con questo disco, abbiamo sempre fatto liberamente ciò che ci piaceva soggettivamente fare, sempre coerenti con il concetto che gli Antonius Rex non chiederanno mai il Permesso... casomai il Perdono per donare al mondo opere anomale, scomode e non in linea, come questa."
Da sempre io sostengo che le vostre composizioni sarebbero quantomai adatte a essere utilizzate come vere e proprie soundtracks per horror-movies. Avete mai proposto qualcosa di vostro a Dario Argento o altri registi di quel genere?
"Molti redazionali worldwide sostengono questa tua stessa tesi. Certamente usare parti di "Switch on Dark" per un film diciamo "parapsicologicamente oscuro" darebbe un grande contributo al film stesso ma noi preferiamo che sia il solo disco a generare visioni nell'ascoltatore... la cosa è più difficile ma ci dà più soddisfazione. Torni a casa, ti metti la cuffia, spegni le luci, ascolti l'album e.. qualcosa vedi."
Sempre rimanendo in tema di immagini, ho ravvisato un parallelismo fra "Magic Ritual" e "Switch On Dark" anche per quanto riguarda tale aspetto. Infatti pure nel videoclip di "Perpetual Adoration" si narra, in qualche modo, un'iniziazione. E' così?
""Perpetual Adoration" è nato dall'osservazione della vita estrema di una monaca, iniziata alla clausura, poi pentitasi, quindi condannata e tornata alla clausura stessa con il sentimento totale di adorazione."
Qual è l'esatta simbologia della veste rossa, di quella bianca e di quella nera indossate dalle due protagoniste del suddetto videoclip?
"Rossa è il sesso, Bianca è il distacco dal mondo... Nera sono i colori del buio."
Nelle vostre news è schedulata la reissue di "Tardo Pede In Magiam Versus". Quali saranno le particolarità di questa riedizione?
"Innanzitutto ti annuncio che il prossimo album degli Antonius Rex, già composto da tempo, non uscirà prima della primavera 2008 a meno che "Switch on Dark" superi entro tale periodo le centomila copie fra vendite fisiche e digitali... in questo caso "Switch on Dark" sarà l'ultimo album della band. Scommettiamoci sopra. Invece parliamo di Jacula... qui il discorso è lungo. Partiamo con "Tardo Pede in Magiam Versus"... disco obiettivamente storico che dal 1972 ad oggi è stato oggetto di dieci ristampe ufficiali, di otto ristampe abusive e di sei bootleg. A questo punto, abbiamo detto "basta": eravamo in dovere fatale di fare NOI STESSI la più grandiosa ristampa codificata come "35th Anniversary Edition". Nella vita si accumulano debiti e crediti... C'era qualcosa che volevamo trovare a tutti i costi e così è stato. Charles Tiring mi fece un video abusivo nel 1973 mentre improvvisavo con la chitarra... lo abbiamo ritrovato. Per questo motivo subito dopo componemmo un brano su tale vigliaccheria intitolandolo "Absolution", costringendo Tiring a vocalizzarlo... di questo evento Doris girò anche un video in Francia. Poi lui scomparve nel 1978... chissà perché? E qui mi fermo. La ristampa, assoluta, di "Tardo Pede in Magiam Versus" (aprile 2007) contiene anche tutto quanto sopra, oltre due profezie shock, una delle quali fatta da Tiring dove profetizza che questo Papa è il penultimo. Finalmente "Tardo Pede in Magiam Versus" è un'opera completa, con i suoi 5 brani originali lasciati intatti sia in LP che in Digipack, con gli inediti audio e con il video diviso in 2 parti. Come vedi i nodi vengono sempre al pettine. Dulcis in fundo... le grafiche da noi realizzate che ritengo essere le migliori nostre grafiche a tutt'oggi. Infine intendo tornare sul concept a distanza appunto di 35 anni... "Tardo Pede" è un'opera parabiblica, Ë il cammino da seguire per giungere alla montagna ma tutto questo, in 35 anni, l'hanno capito in pochi. La stessa copertina (ci fu Qualcuno che disse "mangia il mio corpo e bevi il mio sangue") non è mai stata compresa ma anche questa è l'infinita astuzia, sposa della menzogna, figlia della magia di cui i comuni mortali amano cibarsi. Nel novembre 2007 avremo il nuovo album abissale e assoluto degli Jacula dal titolo "Pre Viam". A seguire un dvd di Doris Norton, un nuovo album di Antonio Bartoccetti basato sulle liriche dal titolo "Verba non Volant" e poi il nuovo album degli Antonius Rex per il 2008. Concludo... se non volete oltrepassare il lago non ascoltate "Switch on Dark" ma non ascoltate nemmeno tutte le degradanti e demenziali canzonette che l'industria discografica ormai in fatale agonia, continua a proporvi... questa è un'offesa alla vostra intelligenza."

Francesco Fabbri

[ARTICOLI]