E' da salutare con simpatia, e dunque da apprezzare, l'iniziativa promossa da MTV volta a far conoscere, a rotazione, sei nomi emergenti del panorama underground nostrano con una serie di concerti gratuiti, strategicamente dislocati in alcuni dei più rappresentativi locali della Penisola. Purtroppo, magari a causa della serata fredda e piovosa, il consistente pubblico fiorentino del Tenax appare algido e svogliato, poco propenso a sostenere i tre gruppi che si alternano sul palco.
Il compito di rompere il ghiaccio (e non tanto metaforicamente...) tocca agli
Scisma, band già quotata nel settore e con tre CD all'attivo, l'ultimo dei quali, Armstrong, recensito con favore anche dalla stampa musicale non di genere. Il composito sound dei gardesani non è riconducibile ad alcun gruppo in particolare ed oscilla sostanzialmente tra la new wave e la psichedelia degli anni '80, con parti vocali melodico-cantilenanti ed improvvise deflagrazioni alternative/noise. Molto curato l'aspetto scenico e le luci; buona la padronanza strumentale dimostrata, malgrado le tastiere risultino praticamente inudibili per tutto il concerto. Non è un messaggio musicale facile, quello degli Scisma, tanto che l'emotività dei convenuti viene destata solo da Tungsteno, puro divertissement il cui successo e notorietà va in larga parte ascritto all'originale videoclip più volte trasmesso in televisione. Alla fine del set, dopo mezz'ora, non c'è neppure l'ombra di un applauso di congedo, poi sollecitato dalla presentatrice del tour.
Quattro CD, l'ultimo dei quali registrato in Giamaica, costituiscono invece il biglietto da visita dei
Reggae National Tickets: il monicker già definisce interamente il genere praticato, uno di quelli capaci di generare fedeli proseliti o, per contro, accaniti detrattori. E chi scrive non si pone certo nella schiera dei primi, considerati i limiti evidenti di una formula ormai logora e vetusta che ha raggiunto il suo apice con Bob Marley, Clash, Police e Bad Brains, ma che oggi fatalmente denuncia solo la propria stantia, frusta inutilità, con buona pace dei modaioli che, magari, pochi anni fa stravedevano per l'Irlanda mentre ora cavalcano l'onda di tutto quanto proviene dall'America latino-caraibica... I Reggae National Tickets svolgono diligentemente il proprio compitino insistendo sulla facciata più classica, quella delle treccioline rasta e degli strumenti a fiato, non variando praticamente mai il tempo nei sei pezzi presentati. Da rilevare solo il tentativo di inserire melodie di stampo mediterraneo: decisamente troppo poco, anche se il pubblico (e ciò non stupisce...) almeno a sprazzi dimostra di gradire, risvegliandosi dal proprio torpore.
La palma dell'esibizione fisicamente più energica va senza dubbio ai
Super B, simpatico ensemble toscano che ha fin qui inciso un CD ed un paio di singoli. I sei aggrediscono subito i presenti con un esplosivo noise, estrinsecazione di un retaggio punk raffinato però dalle cesellature metal dei due chitarristi; le tastiere non sono relegate ad un mero accompagnamento ma giocano un ruolo effettistico notevole, mentre le parti cantate, di norma melodiche, talora assumono connotati indolenti à la Marlene Kuntz. Il gruppo sa inoltre variare gli schemi divertendosi ad immettere dello ska, fino a giungere ad un'esilarante cover di Nada, resa con positiva ironia. Rimarchevole la voglia di coinvolgere; nulla di drasticamente innovativo, comunque.
Un solo appunto a chi ha concepito queste serate: trenta minuti a gruppo sono davvero pochi perché gli intervenuti possano apprezzare appieno i meriti di ciascuno, e di ciò ha certo sofferto in modo decisivo l'intelligente proposta degli Scisma.

Francesco Fabbri - novembre 1999

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