Un prog metal competente e ricco di buone atmosfere è quanto ci propongono i romani River Of Change. Il territorio sondato non può certo definirsi 'vergine', giacché i riferimenti di base sono sempre i soliti, da Queensr˙che e Dream Theater in avanti, ma almeno l'appropriazione di tali stilemi va ad innestarsi su una sagacia esecutiva che permette al quintetto capitolino di tenersi ben alla larga dallo sforzato o dal pacchiano. Un ruolo fondamentale è giocato dalle tastiere del leader Fabio Bernardi (imperdibile l'altro suo progetto, Nouvel), che si fanno apprezzare nelle singolar tenzoni classicheggianti con l'ottimo chitarrista Luca Cardilli ed ancor più in certi interludi a cui si sarebbe invero potuto dedicare maggiore spazio. Infatti il pianoforte posto in apertura di "From Beyond" è semplicemente delizioso, e lo stesso può dirsi dell'intro di "The Old Boatswain", della piacevole divagazione antica di "Medieval Dream" e dell'epico fraseggio di "My Ancient Sorrow": tutti momenti più che positivi. La sezione ritmica tiene botta e non perde un colpo, sostenendo anzi in maniera decisiva le furiose cavalcate in cui la band ama lanciarsi, tuttavia le maggiori soddisfazioni non derivano da certi attacchi frontali in doppia cassa che suonano un po' scontati, quanto piuttosto dai frammenti in cui ha modo di emergere l'ariosità armonica. La mia traccia preferita è "Redemption", il cui inizio è accostabile ai Goblin di "Non Ho Sonno", e che poi presenta un sviluppo di trame classiche, come confermato dalla chitarra malmsteeniana. Opportunamente segue un clavicembalo medievale, a conferma di una mutevolezza davvero prog.
Qualcosa va poi detto sulla performance del volenteroso cantante Claudio Conti: discreta sugli acuti urlati, meno convincente sul piano prettamente melodico e sul registro basso. Inoltre i vari pezzi del disco non sempre risultano avere una netta caratterizzazione che li distingua l'uno dall'altro. Ma bisogna rimarcare il buon equilibrio fra la componente prog e quella metal, e resta ferma la professionalità dimostrata dal gruppo nel suo insieme: le frecce adatte al proprio arco ci sono già, si tratta solo di aggiustare un po' il tiro.

Francesco Fabbri - gennaio 2002

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