Non si può dire che il cultore "canonico" di progressive abbia sempre dimostrato il giusto interesse verso quell'inusuale forma espressiva denominata kraut-rock. A grandi linee, i gruppi tedeschi riconducibili alla suddetta corrente sono accomunabili per alcune caratteristiche: una certa attitudine "fricchettona", estrinsecata nella natura "aperta" degli ensembles; la passione per atmosfere distese e rilassanti (oggi diremmo new age), dilatate però da propensioni improvvisative; un occhio di riguardo per l'Oriente e per i misteri ivi contenuti; l'attenzione per gli sviluppi tecnologici in ambito musicale. Le due bands più importanti di tale fermento, Popol Vuh ed Amon Düül II, sono ora sotto contratto con l'inglese Mystic Records.
I Popol Vuh, autori delle soundtracks di capolavori quali
Aguirre, Nosferatu e Fitzcarraldo, a firma Werner Herzog, con Shepherd's Symphony tagliano il traguardo del venticinquesimo disco. Florian Fricke, storico mentore del gruppo, pare sia stato qui influenzato anche dalle preferenze del figlio Johannes: da un lato troviamo dunque le consuete riflessioni mistico-tibetane (Florian si reca ogni cinque anni in Himalaya, e l'ultima volta ha scalato il Kailash, la nota montagna sacra), dall'altro vi sono pure suggestioni hip-hop e techno, inserite però con abilità e discrezione. Il libretto parla di modern shamanistic music: una definizione plausibile per un disco dal piacevole ascolto.
Alla tentazione di "stare al passo coi tempi" non sfugge neppure
Flawless, che celebra i trent'anni di attività degli Amon Düül II con pezzi nuovi, inediti d'epoca (veramente gustosa la jam del 1971!) e rifacimenti di materiale classico della band, più una live track del '96 il cui spirito di antica essenzialità, contraddistinto dall'Hammond, testimonia che certi istinti non sono in realtà sopiti. L'impianto ritmico è sicuramente attuale e pertanto freddino, ma a riscaldare l'ambiente ci pensano la voce di Renate Knaup, sempre grande, e le decise incursioni chitarristiche, le quali sono spesso protagoniste di arrangiamenti che possono in effetti ricollegarsi ad un concetto un po' più tradizionale di progressive. Nessuno dei due dischi verrà ricordato come il capolavoro assoluto delle rispettive bands, ma si tratta in definitiva di lavori gradevoli.

Francesco Fabbri - novembre 1997

(aggiornamento: nella quasi totale indifferenza dei soliti mass-media modaioli, Florian Fricke ci ha improvvisamente lasciati il 29 dicembre 2001. Fuori di retorica, si tratta di una perdita gravissima per tutti coloro che hanno amato una certa ambient lontana dal baraccone della commercialità. Addio Florian; da qualche parte, in cima a una montagna del Cielo, stanno ora suonando la tua musica…)

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