Parallelamente alla prog metal band River Of Change, il tastierista romano Fabio Bernardi è artefice dell'intrigante progetto Nouvel, che si muove però in ambiti totalmente differenti. Il CD in esame racchiude infatti alcuni brani della "musica di scena" che accompagna lo spettacolo "Fragmenta De Archana Historia" di Emanuele Faina, già rappresentato a Roma a cura del gruppo Eleusis Teatro. Si può dunque comprendere che dal lavoro sono escluse roboanti invadenze, a favore di soavità che però, a mio giudizio, solo marginalmente sono collocabili nel filone new age, perlomeno non nell'accezione biecamente commerciale del genere.
L'epico, antico incedere di "Dissonanze De Archana Historia" possiede infatti un forte potere immaginifico che si può ricollegare, nelle ipnotiche reiterazioni, al Mike Oldfield di "Hergest Ridge" e "Ommadawn": un inizio subito ammaliante! Certa ambient oscura di marca nordica (vedi Oberon e Mortiis) è poi riscontrabile in "Tema Dominante", la cui trama struggente e malinconica è a pieno titolo inseribile nell'orbita progressive. Effettivamente prossimi ad un'idea un po' più canonica di new age sono i due frammenti "Tema Della Saggezza" e "Tema Dell'Uomo E Della Donna", risolti tuttavia con grande classe grazie a un dolce pianoforte, un'amabile chitarra acustica e carezzevoli vocalizzi femminili. A sorpresa, nei 10 minuti finali
space di "Flash-back" si viene invece librati nelle profondità siderali: le immote atmosfere rievocano i migliori Tangerine Dream.
L'unico rammarico è che il CD duri solo 25 minuti, e poi rimane la grande curiosità di vedere come queste belle musiche interagiscano con la rappresentazione scenica per la quale sono state concepite. Ma anche svincolate da tale contesto, sanno dimostrare tutto il loro valore.

Francesco Fabbri - gennaio 2002

La conferma di quanto possano essere instabili e sfumati i confini fra il progressive e certa new age ci viene da questa nuova prova del bravo Fabio Bernardi. Gli appena tredici minuti qui contenuti, equamente suddivisi in tre tracce, sono comunque sufficienti per apprezzare le capacità compositive del musicista, se possibile in crescita rispetto al CD precedente. Il piacevole intreccio fra pianoforte e percussioni del primo frammento mi ha richiamato alla memoria il duo tedesco Changing Images, mentre è più che riuscito il secondo pezzo: etereo e potente al tempo stesso, sa evocare lande nordiche sconfinate ed epiche battaglie del passato. Suggestivo anche l'arrangiamento orchestrale dell'ultima traccia, nei cui "ostinati" pianistici Bernardi dimostra di aver bene assimilato gli stilemi minimali del maestro Michael Nyman. Le doti e la sensibilità sono quelle giuste: aspettiamo ora un lavoro di una durata un po' più consistente. Ad maiora!

Francesco Fabbri - maggio 2002

La più recente release del fantasioso tastierista e compositore Fabio Bernardi, alias Nouvel, raggiunge finalmente i 'canonici' tre quarti d'ora di un disco standard. Diciamo subito che la sfida è vinta, dati i diversi motivi di novità e di interesse. Il materiale era stato composto anni addietro e inizialmente doveva far parte di un Requiem in stile new age (!): in seguito il tutto è stato riadattato appositamente per uno spettacolo teatrale di E. Faina imperniato sulla pena di morte.
Con tali premesse non sorprenderà che il CD in qualche modo si stacchi dalla precedente produzione targata Nouvel, anche se certe costanti sono comunque immediatamente identificabili. L'opera si delinea nella sua cupa maestosità fin da "Introitus", in cui serpeggia un composto
spleen stemperato nella grandiosa architettura sinfonica; ritroviamo i medesimi stilemi in "Kyrie Eleison", dove la sagacia melodica di Bernardi sa farsi valere, specie nelle partiture degli archi. Si sale ulteriormente di livello con "Dies Irae", che presenta un quieto pianoforte in apertura ma prosegue in chiave stentorea, e la cornamusa dona un bel tocco celtico-medievale. Quanto mai dark, sia pure in un'accezione teatral-drammatica, è invece un altro vertice del disco, ovvero "Miserere Mei": gli accenti classicheggianti dell'organo rendono verosimile l'accostamento con Jacula e Antonius Rex. La difficile materia è trattata con competenza, e non scade nel kitsch neppure la citazione di Chopin nel finale. Il concept si chiude con "Quiete", un pezzo abbastanza ritmato - a dispetto del titolo - e appena più 'solare' rispetto al resto dell'album. Come bonus track troviamo la diafana e suggestiva "Rising", i cui dieci minuti di cosmicità, alla ricerca di arcane e sconosciute dimensioni, si riallacciano a "Flash-back", presente in "Fragments...": tale indagine dell'Infinito è decisamente riuscita.
Completa il CD una sezione multimediale che comprende, fra l'altro, un video bello, poetico e per nulla invadente (all'opposto, insomma, della triste prassi di certa "musica da vedere"), esplicitazione diretta di quella che è l'urgenza di Fabio Bernardi: l'interscambio operativo fra le varie forme artistiche, in effetti irrinunciabile, oggigiorno, nel mondo della comunicazione globale.
Contatti:
www.nouvel.it.

Francesco Fabbri - luglio 2003

[ARTICOLI]