Di struttura abbastanza lineare, "On Dry Land" degli olandesi Nice Beaver è disco gradevole anche se non trascendentale sul piano dell'inventiva. L'opener "Culley On Bleecker Street" esplicita già in modo eloquente le coordinate di fondo, che sono quelle di un prog sinfonico e romantico al tempo stesso, condito da frequenti puntate nell'hard e da qualche debole sfumatura canterburiana. Quando la ritmica si fa pimpante il gruppo pare trovarsi maggiormente a proprio agio, così come piacciono i break strumentali grazie alle rimarchevoli doti di personalità del bassista Peter Stel e del chitarrista Hans Gerritse. "Oversight", indubbiamente accattivante, non modifica di molto la sostanza, mentre "Wintersong" è una traccia epico-atmosferica che sa essere suggestiva. Purtroppo, qui ed altrove il cantato non appare all'altezza del resto, dato che il timbro gutturale del tastierista Erik Groeneweg risulta un po' inadatto al genere; meglio allora concentrarsi sul buon duetto fra Hammond e chitarra che anima la seconda parte di "Hope You Don't Mind", mentre è abbastanza straniante "Like This", il cui ritornello sembra rifarsi ai Police dei primi due album. Un pezzo piacevole, edificato con gusto, è "Where The River Runs": un tema melodico à la King Crimson, con un bel mellotron in sottofondo, si alterna col consueto riff per chitarrone, e si fa largo pure un sognante fretless bass. Nella conclusiva "We Are The Sun" ritroviamo ancora i Police ("Walking On The Moon"), presto smembrati in chiave hard-prog: buona l'alternanza di umori ritmici e di schemi.
Dunque discrete capacità compositive, pur mancando, come detto, quelle fantasmagorie tali da far gridare al miracolo. Ad ogni modo un gruppo da tenere d'occhio per l'avvenire.
Contatti:
www.nicebeaver.nl.

Francesco Fabbri - ottobre 2002

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