La storia si ripete. A metà degli anni '70 ci voleva la bussola per districarsi fra i vari New Trolls Atomic System, Nico Gianni Frank Maurizio, Ibis e Tritons, ossia le formazioni nate dal primo scioglimento degli originali New Trolls in seguito alle beghe interne sorte dopo l'uscita di UT, ottima release che tuttavia presentava una discrepanza netta fra poderosi accenti hard rock e distensioni canzonettare, peraltro sempre presenti nel gruppo.
Dopo l'incidente che ha costretto a una lunga inattività Nico Di Palo, Vittorio De Scalzi ha intrapreso delle tournées con una sua band, mentre l'altro "troncone", quello comprendente lo stesso Di Palo oltre a Ricky Belloni e Gianni Belleno, pare sia stato visto di recente in TV nell'ennesima trasmissione di revival. E' forse a quest'ultima line-up che spetterebbe di diritto il nome New Trolls; va però riconosciuto che anche il gruppo di De Scalzi ha saputo regalare qualche soddisfazione nel corso del concerto tenuto a Brozzi.
Sul palco un altro "vecchio", il batterista Alfio Vitanza che nei '70 suonava nei Latte e Miele, e tre giovani - due chitarristi e un bassista - inappuntabili dal punto di vista strumentale e pure molto bravi vocalmente. Davvero virtuosa la chitarra di Andrea Maddalone, mentre il bassista Roberto Tiranti regge con maestria le proibitive parti vocali che erano appannaggio di Nico Di Palo. De Scalzi riserva per sé tutte le parti di tastiere, affiancato - in misura un po' troppo ingombrante - da basi campionate. L'apertura del concerto, affidata a "Una Notte sul Monte Calvo", lascia presagire il miracolo di una certa scelta di repertorio che però non si realizza. D'altronde i New Trolls hanno, è vero, più di trent'anni di storia alle spalle, ma da venticinque (da
Concerto Grosso n° 2) non fanno più progressive, per cui era logico non attendersi più di tanto. Dunque quasi solo canzoni è quanto De Scalzi & soci ci sciorinano nelle due ore dello spettacolo, sicuramente godibile e professionale, condito talora da qualche evitabile siparietto pseudocabarettistico. Dopo circa tre quarti d'ora, estenuati da mazzate quali "America OK" e "Quelli Come Noi", dalla prima fila reclamiamo a gran voce il mitico "Concerto Grosso". De Scalzi ci sente ma replica: "Decido io quali pezzi fare". E ci stende con "Poster" dell'odiatissimo Baglioni! E' troppo: spazientiti, urliamo sempre più forte il titolo della composizione di Bacalov. Guarda caso, De Scalzi ritorna sul palco con un flauto e, finalmente, parte un attacco (campionato) di archi che ben conosciamo... Ci viene offerto un medley non troppo lungo ma comunque significativo del pezzo che ha consegnato i New Trolls alla storia del prog, dopodiché si riparte come prima: cover di Renato Zero e largo spazio alla fase-Bee Gees con "Aldebaran", "Che Idea" e, ovviamente, "Quella Carezza della Sera", mentre nel corso dei bis sono proposti diversi estratti del pur valido Senza Orario Senza Bandiera. Unico vero 'contentino' per noialtri, la spumeggiante e gentlegiantiana "Le Roi Soleil", da Concerto Grosso n° 2, mentre Searching for a Land e UT non vengono minimamente presi in considerazione.
Valeva la pena? Meritava assistere a 20-30 minuti di buona musica, su un totale di 2 ore? Tutto sommato sì (anche perché il concerto era gratis...); nondimeno rimane vivo il rammarico su quanto i New Trolls avrebbero potuto dare alla causa del prog, ma non hanno dato. Un po' lo stesso discorso dei Pooh, altrettanto dotati tecnicamente, che, dopo gli ottimi
Parsifal e, soprattutto, Un Po' del Nostro Tempo Migliore, hanno però preferito puntare a una tranquilla militanza nella musica leggera di classe. Ecco, nell'ottica del disimpegno ben confezionato quella di De Scalzi e compagni è anche stata una buona esibizione, tuttavia mi auguro che il futuro veda la realizzazione del più volte annunciato Concerto Grosso n° 3, e stavolta a ranghi completi.

Francesco Fabbri - settembre 2001

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