Può bastare poco più di un quarto d'ora di musica per emettere un giudizio definitivo e inappellabile su un gruppo? Ovviamente no, ed è per questo che mi sento di esprimere con riserva talune critiche nei riguardi dei californiani Idiot Wind (che razza di nome...), che nell'EP "Upsetting Normal People" non mostrano un'attitudine particolarmente personale e avventurosa. Le quattro tracce sono attraversate in lungo e in largo da rigurgiti di tardo grunge, con una chitarra spesso aggressiva; quando i volumi diminuiscono emergono aromi wave/psichedelici. Il prog rock è assente, e questo sia detto a puro titolo di cronaca. Certo c'è del buono, vedi la tecnica individuale soprattutto del bassista (convincenti i bicordi di "Chapter Two") e il "tiro" complessivo; il cantante è intonato ma insiste sempre sul medesimo registro. Va così a finire che al termine dell'ascolto di questi pezzi un po' desolati e malinconici non rimane granché. Valido il lavoro in sala d'incisione, come da standard USA: il prodotto è ben presentato e ascoltabile, tuttavia la conseguenza del piatto songwriting è un sound anonimo, pericolosamente simile a quello di altre centinaia di bands che popolano - o per meglio dire affollano - un certo sottobosco alternativo.
Contatti:
www.idiot-wind.com.

Francesco Fabbri - giugno 2003

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