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Dall'hinterland fiorentino sta emergendo una nuova, promettente realtà nell'ambito del gothic metal progressivo: Entwined, appunto. Il folto gruppo (Barbara Ricci e Serena Bettarini - voci, Lorenzo Corsani e Fabiano Vezzosi - chitarre, Marco Lastri - tastiere, Mario Guidi - basso, Simone Bagnolesi - batteria), malgrado la recente definizione del proprio organico, si è subito impegnato nella stesura di pezzi propri, e lo ha fatto con grande entusiasmo e una notevole grinta: ciò gli ha valso la vittoria nel contest "Aspettando Sonorika 2004" di Montespertoli, prevalendo su un lotto di ben 36 concorrenti. I tre pezzi di questo dischetto dimostrativo si riferiscono a una performance live di Fucecchio; la registrazione è dignitosa (presa dal mixer), dunque è già possibile azzardare alcune considerazioni. Le atmosfere epiche e solenni sono edificate con l'istinto giusto, come si evince in "Belles Dames Sans Merci": notevole la tellurica ritmica del Bagnolesi e ottima, qui come altrove, la scelta timbrica delle tastiere del Lastri, intelligente nel porsi al servizio del collettivo. Si calcano gli accenti prog nei 7 minuti della mia traccia preferita, "Cold Light", contrassegnata da una prima parte acustica veramente da brividi, con accenti tastieristici che talora richiamano certi gruppi francesi (Synopsis, Pulsar, secondi Ange), cui segue un crescendo, ben sottolineato dal basso, prima della maestosa apoteosi finale con assolo chitarristico ad hoc. "Anathema" è sinistra fin dall'oldfieldiana intro, reminiscente Campane Tubolari & relativi Esorcismi, che prelude a una poderosa pienezza gothic e a una macabra litania vocale. Dunque la band pare essersi avviata con adeguata attitudine nel solco tracciato da Gathering e Lacuna Coil da una parte, e Dream Theater dall'altra. Con le debite proporzioni, s'intende: sussiste infatti la necessità di affinare certi dettagli tecnici, e nella fattispecie le parti cantate non sono il massimo della varietà e risultano un po' carenti in termini di potenza e incisività, ma per il momento non è davvero il caso di esprimere giudizi definitivi. Lasciamo al gruppo il tempo di crescere e di sviluppare compiutamente le proprie valide prerogative, dopodiché ne vedremo delle belle!
Francesco Fabbri - luglio 2004
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