IX: Pampeago - Cornacci - Censi - La Porta - Monte Agnello - Pampeago
(a piedi)

I pini mughi dei Cornacci

Gita tutto sommato comoda nei dintorni dell'Alpe di Pampeago, durante la quale ho comunque modo di toccare ben tre vette. Dopo un breve tratto iniziale in salita, non vi sono più grossi dislivelli ma solo un lungo trasferimento in quota fino al monte Cornon, attraversando bellissimi boschi in cui dominano i pini mughi. Giunto ai Cornacci, cioè la vetta del suddetto Cornon, il panorama sulla Valle di Fiemme è notevole, pur non essendo una giornata molto limpida. Una coppia di Tesero mi indica il punto in cui nel 1985 franò la miniera di Prestavel cancellando in un attimo tutto il paese di Stava, con centinaia di vittime; poi i due mi fanno notare a quale altezza dell'Alpe del Cermis i cavi della funivia vennero tranciati anni fa dal Caccia americano pilotato dai Marines assassini. Mi confermano che era già molto tempo che si svolgevano quei voli a bassissima quota, per i quali loro avevano più volte protestato, ma invano; guarda caso, dopo il disastro tali "esercitazioni" sono bruscamente cessate... Va però ricordato che "i nostri alleati americani" (come li definisce Berlusconi) hanno ritenuto che non ci fosse nessun colpevole per questo eccidio! E l'allora Presidente del Consiglio D'Alema incassò e stette zitto: una puzzonata del genere, invece, doveva bastare per uscire finalmente dalla Nato! Riparlando della mia gita, al ritorno seguo un altro sentiero, più elevato rispetto al primo, toccando così l'altura dei Censi. Sceso alla forcella denominata La Porta, ho ancora voglia di salire in cima al Monte Agnello, da dove si gode una bella vista sul Latemar. Proseguo poi sul versante opposto, rientrando infine a Pampeago. Mi devo togliere un altro paio di sassolini. Sono davvero stridenti, nel panorama naturale, quegli orrendi e grossi pali ritorti che verosimilmente reggono le reti di protezione per le piste da sci. Non si può uccidere la montagna in questo modo! In secondo luogo, per tutto il giorno ho avuto un dolce accompagnamento a base di musica iperamplificata proveniente da una baita di Pampeago. Dalla lontana vetta dei Cornacci per fortuna non si sentiva nulla, ma in cima al Monte Agnello il frastuono era insopportabile. Dato che si viene in montagna per stare tranquilli, credo che alcune norme elementari dovrebbero valere per tutti: a me, per esempio, il rock fragoroso piace eccome, ma nella giusta cornice. Non mi sognerei mai di imporlo agli altri nel cuore delle Dolomiti…

[Dolomiti 2001]