IV: Malga Valmaggiore - Bivacco Paolo e Nicola - Cima di Cece e ritorno
(a piedi)

Sulla Cima di Cece

L'unica vera brutta giornata, meteorologicamente parlando, in cui incappo in tutta l'estate andando in gita. Alla mattina presto il sereno è incoraggiante, ma lungo lo spostamento in macchina verso la Malga Valmaggiore, nel cuore dei Lagorai, già si addensano le prime nuvole. Decido dunque per una gita-sprint: in circa un'ora sono al Bivacco Paolo e Nicola, e nel frattempo il cielo si è già completamente coperto. Proseguo a passo veloce e senza fermarmi. Non incontro più nessuno, e cammino avvolto in quel delizioso silenzio che caratterizza la selvaggia zona dei Lagorai. Per fortuna non vi sono difficoltà tecniche rilevanti, così raggiungo la Cima di Cece, la maggiore elevazione della catena (m 2754), in poco tempo. Guardo l'orologio: ho "bruciato" i 1100 metri complessivi di dislivello in due ore e un quarto (le guide danno un tempo medio di circa tre ore). E' sempre più buio, e in vetta il panorama è assolutamente nullo; mi sembra anzi di essere immerso in un paesaggio lunare. Soffia un forte vento gelido che mi intirizzisce. Capisco che non è il caso di trattenersi lì troppo a lungo: il tempo di un paio di autoscatti, e poi giù in fretta. Il temporale è ormai imminente, ma ce la faccio ad infilarmi nel provvidenziale Bivacco Paolo e Nicola senza bagnarmi. Nel giro di pochi minuti si scatena il finimondo: pioggia battente, vento fortissimo, addirittura la grandine! Io, al confortante calore di una stufa a legna, consumo con calma i miei panini, poi mi sdraio su una panca a riposarmi. Un paio d'ore dopo c'è un momento di tregua, e ne approfitto per "precipitarmi" giù, alla Malga Valmaggiore. Come apro la portiera della macchina, ricomincia a piovere…

[Dolomiti 2001]