V: Passo Rolle - Laghi di Colbricon - Cavallazza - Tognazza - Passo Rolle
(a piedi)

In vetta alla Cavallazza

Dato che l'indomani ho una gara di corsa, propendo qui per un'escursione fisicamente non impegnativa, ma non per questo priva di motivi di interesse. Dal Passo Rolle raggiungo in breve la conca con i Laghi di Colbricon. La zona è di una bellezza indescrivibile tanto è amena, soleggiata e riposante. Nelle limpide acque dei due laghetti si riflettono le cime degli alberi con un luccichio che rapisce il cuore. Non è la prima volta che arrivo là, ma anche ora è come se non ci fossi mai capitato, e rimango a bocca aperta in contemplazione. Mi attendono però i 400 m di dislivello fino alla Cavallazza, morbido "panettone" che costituisce la propaggine più orientale dei Lagorai. In un'oretta sono in cima. Il tempo è discreto, ma alcuni nuvoloni coprono il panorama. Scendo poi sul versante opposto e, giunto su una cresta, un cartello indica la possibilità di un percorso alternativo per visitare i resti della Grande Guerra. Il sentiero si fa un po' esposto, tuttavia ci sono funi metalliche di sicurezza a cui aggrapparsi. Trincee, camminamenti, labirintiche caverne scavate dentro la montagna: ecco quanto ben presto mi si presenta. Mi insinuo all'interno di alcune di queste caverne, e noto così l'immane lavoro fatto da quei poveri uomini in un ambiente tanto ostile. Rifletto fra me: "Che senso può avere avuto il mandare qui tanti innocenti a scannarsi e a morire di freddo? Perché la guerra? Perché le guerre?". Domande oziose, vista l'attualità... Proseguo in cresta e tocco così un'altra vetta, quella della Tognazza, prima di scendere verso il Passo Rolle lungo una pista da sci. A proposito, d'estate ci si rende conto di quanto siano deturpanti questi interventi fatti dall'uomo nel nome del Dio Denaro: le centinaia di alberi abbattuti si notano eccome, lungo i fianchi boscosi, ma a chi segue il motto pecunia non olet evidentemente non importa delle profonde ferite inferte alla Montagna…

[Dolomiti 2001]