Esistono al mondo tante ex-belle donne che si rifiutano di invecchiare, divenendo patetiche o addirittura ridicole per le loro pretese esteriori.
Che il Banco del Mutuo Soccorso sia stato una bella, anzi una splendida donna è un fatto inoppugnabile:
Banco del Mutuo Soccorso e Darwin! - riproposti qui in nuove registrazioni - hanno rappresentato fulgidi esempi di sintesi accorta fra il progressive classicheggiante e il gusto melodico mediterraneo.
E' altrettanto vero che vent'anni sono passati da quei tempi. Spesso, negli eighties, le sacre icone del prog hanno offerto solo copie sbiadite di sé, quando addirittura non hanno dato vita a voltafaccia più o meno clamorosi: si possono citare Genesis, Yes e PFM. Non contenti, a quanto pare, delle prove controverse ed altalenanti a cui ci avevano abituati ultimamente, quelli del Banco ci propinano quest'opera che ha tutto il sapore della strenna natalizia: confezione elegante a forma di salvadanaio e tiratura limitata (numerata nel caso degli LP); ma la musica?
Già il fatto di non aver voluto proporre pezzi nuovi, ma di essere andati a ripescare i primi due LP per la Ricordi, insinua il sospetto di un'operazione volta a raschiare il fondo del barile. Andando ad ascoltare, la frittata è completa, la vecchiaia si mostra priva di indulgenza con tutte le sue rughe. Sì, certo, c'è grande abilità strumentale, la registrazione è eccellente, ma tutto questo non può in nessun modo bastare a colmare il senso di vuotezza emozionale epidermicamente palpabile. Il lifting mal riuscito è rappresentato dai suoni di polistirolo delle tastiere, la cellulite non rimossa dai fianchi è la batteria, disgraziatamente tronfia di effetti: indizi del maldestro tentativo di esprimere qualcosa che oggi non c'è più. Forse il solo Di Giacomo si salva dal naufragio generale, ma, come detto, il professionismo non accompagnato da vera ispirazione non significa nulla. Visto che le versioni originali sono ovviamente preferibili, viene da chiedersi come mai non si sia proceduto a una semplice operazione di rimissaggio e rimasterizzazione digitale, che sarebbe stata sicuramente apprezzabile.
Se, da un lato, lo Stato italiano decide di posticipare i pensionamenti, dall'altro propongo invece per il Banco il collocamento a riposo forzato e anticipato, così che i quattro bricconi non abbiano più ad attentare alle nostre finanze.

Francesco Fabbri - dicembre 1991

(aggiornamento: contrariamente alle mie speranze, quelli del Banco hanno perseverato, sia pure con una certa discontinuità, a dare [cattive] notizie di sé dal punto di vista discografico, con inutili compilations o lavori inediti su cui è meglio sorvolare, come "Il 13". Nulla posso dire sull'attuale resa dal vivo del gruppo; ad ogni buon conto l'invito più razionale che si possa rivolgere ai neofiti è di andarsi a ripescare i primi ottimi dischi degli anni '70, quali i già citati "Banco del Mutuo Soccorso" e "Darwin!", o ancora "Io Sono Nato Libero" e "Come In Un'Ultima Cena".)

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